La necessità della madre di rinnovare il proprio dominio sul figlio non gli consente l’autonomia di cui ha bisogno.
Alcuni di questi genitori considerano il bambino un oggetto, privo di sensibilità e di una propria personalità, da poter plasmare a loro volontà. Il comportamento di questi genitori, essendo parte integrante del bisogno nevrotico, di natura coatta e quindi irresistibile, di dominare il figlio, necessita dell’ eliminazione delle aree conflittuali e dei modelli difensivi del comportamento che nega l’angoscia e in cui è inglobato il bambino. “Quando un bambino è parte della sindrome del carattere o della nevrosi del genitore, soltanto una modificazione del carattere o una risoluzione della nevrosi potrà produrre un cambiamento nel comportamento e nell’atteggiamento“.
Viceversa, una condizione di esercizio inconsapevole dell’esclusione del bambino dagli affetti e dall’esperienza creativa procura l’addomesticamento della volontà. Il bambino, pur disponendo dei consueti poteri espressivi non riuscirà facilmente ad esprimere la sua opposizione, l’esercizio a sua volta del potere di discernere consapevolmente tra il bene e il male. Questo esercizio gli verrà concesso solo nell’ambito di una gestione normativa socialmente accettata. In poche parole, gli verranno vietati dal super-io alcune essenziali caratteristiche della divergenza. Egli seguirà petissequamente le norme sociali, sarà un bravo cittadino, rispettoso delle regole e delle consuetudini ma ciò che non riuscirà a vedere saranno le infinite opportunità concesse da una mente veramente libera*.
* Per un approfondimento vedi Slavson: “I gruppi per genitori”; Ed. Boringhieri